Intervista a Emiliano Saurin, fondatore di Urbi
Nelle grandi città italiane il car sharing è ormai una realtà consolidata che offre già abbondanza di scelta. Quando abbiamo bisogno di un’auto per spostarci, possiamo ormai scegliere tra diversi operatori presenti sul mercato.
Urbi è un’app, scaricabile in tutti gli store digitali, che aggrega le offerte dei vari operatori in un’unica mappa, permettendo all’utente di scegliere liberamente, senza dover aprire più applicazioni. Abbiamo intervistato il suo fondatore, Emiliano Saurin, per capire meglio come funziona e quali sono i suoi futuri sviluppi
Cos’è Urbi?
URBI aggrega i vari servizi di mobilità urbana nelle principali città italiane ed europee. Carsharing, bikesharing, scootersharing, mezzi pubblici, taxi e uber tutti in una sola app. In Italia è presente a Milano, Roma, Torino, Firenze e Bologna. Basta aprire l’app e si vedono in una mappa tutte le opzioni disponibili attorno a sè, oppure inserendo la destinazione si ha una comparazione dei tragitti per tempo o costo.
Quale contributo offre al modo di muoversi delle persone?
In una città come Roma o Milano se si vuole o si deve lasciare a casa la propria vettura ci sono più di 10 servizi alternativi. E’ impensabile aprire 10 app per capire quale sia la soluzione migliore o più efficiente in quel determinato momento. Per competere con la comodità della macchina privata è necessario che le alternative siano sempre a portata di tap. Inoltre con URBI si ha anche la possibilità di accedere ad offerte dedicate per rendere ancora più conveniente la mobilità alternativa.
Quali evoluzioni avrà in futuro?
Oltre a migliorare l’integrazione con i vari operatori, l’obiettivo ora è quello di poter distribuire i titoli di viaggio digitali dei mezzi pubblici. Questo ci permetterà di riuscire ad offrire un soluzione di MAAS ( mobility as a service) in cui con un solo biglietto o abbonamento si ha accesso a diversi servizi di mobilità. Il trasporto pubblico locale rimane l’arteria principale di un servizio di questo tipo. Non a caso le città dove i servizi di mobilità alternativa funzionano meglio sono quelle dove vi è un servizio pubblico efficiente
Il futuro della mobilità è multimodale?
In verità la multimodalita è già il presente. Qualche anno fa il bisogno di mobilità personale si “ risolveva” principalmente con una soluzione per lo spostamento casa ufficio. Per la quale la scelta era o macchina privata o abbonamento dei mezzi pubblici. Ora succede sempre più spesso che grazie alle varie opzioni offerte durante la giornata si combinino più servizi. Un esempio tipico che vediamo nei nostri utenti è: si esce la mattina e se c’è bel tempo si prende il bikesharing oppure il tpl, poi si va a fare aperitivo in car sharing ed infine si torna a casa in taxi. Quello che manca è una forma di ticketing che agevoli questa nuova modalità multimodale
Come immagini il traffico nelle nostre città tra 20 anni?
La speranza è quella che le città non siano più pensate intorno a macchine che rimangono ferme per il 90% del loro tempo. Se si riesce a “liberare” spazio questo potrà essere utilizzato per rendere le metropoli più a misura di cittadino alzando di conseguenza la qualità della vita