Il governo scende in campo per supportare il mondo dell’automotive, tra i più colpiti dalla crisi. Nel nuovo maxidecreto varato dall’esecutivo sono stati inseriti dei provvedimenti per sostenere il settore, alle prese con i problemi provocati dall’accelerazione sulla transizione ecologica, dovendo fare i conti anche con la carenza dei microchip.
Un piano da 8 miliardi dello stanziamento del governo
Lo stanziamento prevede un impegno di 1 miliardo all’anno per 8 anni, fino al 2030, per sostenere il comparto e investire sulla produzione nazionale di microprocessori: l’inizio di un percorso che consentirà al nostro Paese di dimenticare gradualmente l’eccessiva dipendenza dalla Cina. L’intervento, secondo il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, guarda “sia alla produzione diretta che all’indotto. È un intervento pubblico importante ma l’iniziativa privata lo è di più. Questo intervento serve soprattutto a convincere tutti i soggetti della filiera a investire e affrontare questa sfida con a fianco lo Stato”.
Il nodo dei microprocessori
Giorgetti si è soffermato anche sul fondo per il settore dei microprocessori: “È qualcosa che non fa solo riferimento alla dimensione industriale ma anche a quella strategica, all’autonomia strategica dell’Italia e dell’Europa. Un provvedimento che guarda a investitori non solo stranieri ma anche già esistenti sul territorio nazionale, per investire in componenti fondamentali non solo per l’automotive ma in tantissimi altri strumenti di uso ormai quotidiano”.
I dubbi sugli incentivi del governo
A questo punto, rimane da capire come saranno distribuiti gli incentivi all’acquisto con il nuovo provvedimento. Si ipotizza che buona parte dei fondi possa essere destinata agli sconti per auto da 0 a 60 grammi di CO2 per ogni km, mentre il resto dello stanziamento dovrebbe andare alle vetture con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi per km. Ma per questo c’è ancora da attendere.
