Enrico Brignano non ha bisogno di presentazioni. Tutti lo conoscono come comico e attore affermato, ma pochi sanno che è anche un grande appassionato di auto. Un amore rinnovato e reso più forte da quando ha preso la sua Range Rover Sport su Hurry in formula noleggio a lungo termine: una soluzione che gli permette di liberarsi di tutte le problematiche relative alla gestione dell’auto e di concentrarsi solo sulla guida.
Abbiamo avuto la fortuna di intervistarlo per saperne di più.
Sappiamo che sei un grande appassionato di auto. Come nasce questo amore per le quattroruote?
Considerate che da piccolo mia nonna, come un Robin Hood con la parannanza, “rubava” le macchinine a mio cugino Gianluca, che ne aveva tante e non si accorgeva del “furto”, per farci giocare me, che ne avevo pochine e le adoravo. Ogni settimana andavo a casa sua, le ridavo l’automobilina della settimana precedente, che veniva restituita di nascosto a mio cugino, e lei gliene sottraeva un’altra. Così il mio parco macchine era anche piuttosto vario. Ecco. Credo che l’amore per le quattroruote sia atavico in me. Una passione di bambino che è cresciuta insieme all’uomo.
Qual è stata la tua prima auto?
Da Antonio, il meccanico di fiducia della famiglia, avevo acquistato una nuovissima RENAULT 5 GTL di terza mano. Era grigio fumo di Londra e arancione agrume di Sicilia. Onestamente inguardabile, ma a me sembrava meglio di una Ferrari Testarossa. Fungeva da casa, perché qualche volta ci mangiavo dentro mentre andavo a qualche serata di lavoro; da ufficio, perché ci tenevo i libretti delle fatture, i timbri e ci trasportavo tutta la strumentazione che mi occorreva per esibirmi, come il microfono e l’amplificatore; da alcova, perché… beh, si intuisce. L’avevo anche personalizzata: ci avevo messo un paraurti anteriore e delle fasce laterali che l’avevano trasformata. Da lontano non sembrava più una renault 5. Era più una 5 e 1/2, quasi 6.
Che tipo di automobilista sei?
Direi sprint. Nel senso che a Roma, se non prendi un diploma in “sgusciologia” e non impari a fare lo slalom tra le auto in fila e le buche, corri il rischio di invecchiare in coda sul lungotevere, travolto dai motorini, in bilico su tre ruote. Però lo faccio sempre con prudenza. In autostrada, invece, una volta ero un po’ più spericolato, mi piaceva la velocità; oggi ho altri ritmi, e non solo perché la polizia è più accanita e i limiti di velocità più ferrei. E’ che mi godo il viaggio: metto il cruise control, che mi permette di andare a una velocità di crociera controllata, e intanto guardo il panorama che cambia man mano che passo da una regione all’altra, mentre mi sposto prevalentemente per la tournée teatrale.
Qual è l’auto che fa più ridere?
Secondo me, anche solo dal nome, in passato la Topolino. Poi è stata la volta della Multipla. Oggi, la Tata Nano mi diverte abbastanza.
Ora sei passato al Noleggio a Lungo Termine. Come ci si sente ad avere un’auto che non è tua?
Estremamente più liberi. Nel senso che è un po’ come vivere in un albergo invece che in casa propria. Se in albergo servono le batterie per il telecomando o si rompe il condizionatore, chiami la reception; se in auto qualcosa non funziona, chiami e pensano loro a tutto. In fondo, è tutto compreso nella rata che si paga: non ho più l’ansia delle scadenze, del bollo, dell’assicurazione. Non devi fare tagliandi né soprattutto revisioni, l’usura dell’automobile è qualcosa che non ti riguarda più. Fiscalmente ci sono dei vantaggi, soprattutto per chi fa un lavoro da libero professionista come me; e poi, proprio come facevo con nonna, dopo qualche mese, alla scadenza del contratto, posso decidere di cambiare auto, di avere sempre l’ultimo modello (e oggi ne escono in continuazione), senza affrontare tutti i disagi, le spese, la svalutazione dell’usato e le lungaggini di un acquisto vero e proprio. Insomma, per il mio stile di vita la trovo una soluzione molto comoda.
Se fossi un motore saresti diesel, benzina, ibrido o elettrico?
Probabilmente un ibrido. Inquino poco perché non fumo, ho una buona reattività, accumulo energia sia da fonti esterne che interne e ricarico le batterie in fretta, durante la notte. E soprattutto, quando pensi che non ce la faccia più, ho ancora un residuo di carica estrema per finire quello che sto facendo, mentre intorno a me i miei collaboratori stramazzano. Ma loro vanno a benzina col piombo, che pretendi? ?
Photo Credits: Roberto Bacci
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