Nonostante l’emergenza per il Covid, le concessionarie possono rimanere aperte. Il DPCM emanato il 3 novembre non ha infatti intaccato la funzione di servizio alla mobilità di persone e merci assolta dalle concessionarie di autoveicoli: il settore sarà operativo anche in Calabria, Lombardia, Toscana, Piemonte e Valle d’Aosta, le Regioni a “zone rosse” dall’ordinanza del Ministro della Salute, e tale discorso sarà esteso con ogni probabilità anche alle nuove Regioni inserite con il massimo grado di rischio dall’ordinanza del ministro della Salute Speranza. Il nuovo provvedimento riconosce, infatti, il commercio al dettaglio di autoveicoli e relative parti ed accessori fra le attività consentite e individuate nell’Allegato 23 al DPCM.
Le ragioni dell’apertura
Alla base della decisione del governo c’è l’analisi legata ai contagi: i trasporti pubblici vengono ritenuti uno degli ambiti in cui il virus si propaga maggiormente, mettendo potenzialmente a rischio la salute di chi li utilizza, in quanto luoghi dove il contagio trova terreno fertile. Alla luce di un simile ragionamento, limitare la mobilità privata avrebbe assunto i contorni del controsenso. La Federazione Italiana Concessionari ha accolto con ottimismo la scelta del governo: “In un momento in cui la mobilità privata assume un ruolo fondamentale per la sicurezza delle persone, tanto importante quanto quella destinata alla logistica e al trasporto merci, e concessionarie continueranno a garantire, anche nei giorni prefestivi e festivi, il proprio servizio alla collettività, nel rispetto delle disposizioni relative alla autocertificazione dei movimenti”.
Le norme da seguire
Rimangono ovviamente valide le regole da seguire per poter permettere l’accesso del pubblico nelle concessionarie. Oltre all’uso della mascherina, obbligatoria anche all’aperto in tutta Italia, deve essere garantito il mantenimento del distanziamento interpersonale e il servizio di pulizia e igiene ambientale almeno due volte al giorno. L’accesso all’interno dei locali deve essere parametrato in funzione dell’orario di apertura e della superficie a disposizione. Una boccata d’ossigeno per un settore tra quelli messi maggiormente in ginocchio dal primo lockdown.