Ogni ciclista, da chi va a passeggio la domenica a chi carica zaini e tenda per pedalare su lunghe distanze, si è trovato prima o poi a sognare strade riservate alla bicicletta, senza i pericoli e le scomodità della convivenza con i veicoli a motore. Ebbene queste strade in Europa esistono, attraversano 43 paesi e sviluppano in totale circa 70.000 chilometri. Si tratta del progetto EuroVelo, una rete di piste ciclabili, percorsi protetti e ben pianificati che si estende su tutto il continente, da Lisbona a Mosca, da Capo Nord a Malta, dalla Scozia a Cipro, dall’Atlantico al Mar Nero.
Il progetto, che prende nome dalla parola francese “velo” (bicicletta) è nato nel 1995 dalla cooperazione tra l’European Cyclists’ Federation (Federazione dei Ciclisti Europei) e due associazioni affiliate: una danese (De Frie Fugle) e una britannica (Sustrans). Dall’idea iniziale di tracciare 12 percorsi trans nazionali, si è arrivati alla rete attuale di 15 “routes”, numerate e battezzate come autostrade: c’è la EuroVelo 8 “Mediterranea, che da Gibilterra porta ad Atene attraverso Spagna, Francia, Italia e paesi balcanici; la Eurovelo 11 “Europa dell’Est”, che arriva alla stessa meta partendo da Capo Nord e passando per Finlandia, paesi baltici, Polonia, Slovacchia, Ungheria, e di nuovo i balcani; c’è la EuroVelo 12 “Mare del Nord”, che percorre le coste di Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Olanda, “salta” la Manica e continua in Inghilterra e Scozia.
Non tutti i tragitti sono completi: alcuni tratti sono progettati ma non pienamente realizzati, altri sono solo “disegnati”. Il progetto, sostenuto economicamente dall’Unione Europea, si è dato come orizzonte il 2020 per passare definitivamente dalle carte alla realtà. Una realtà fatta di percorsi protetti, curati, agevoli, ben segnalati e disseminati di servizi per i ciclisti (assistenza, alloggi, infopoint, ristorazione, segnaletica, ecc.). Il tragitto più lungo è il numero 13 “La Cortina di Ferro”: 10.400 chilometri attraverso 13 paesi, dal Mar Nero alla frontiera russo-norvegese, lungo il vecchio confine tra paesi Nato e blocco sovietico. Il fiore all’occhiello, la “route” più completa e vicina all’ideale di ogni ciclo-turista, è la numero 6 “Atlantico – Mar Nero”. Un viaggio da occidente a oriente (o viceversa), tra paesi della vecchia e della nuova Unione Europea; circa 4.500 chilometri attraverso 10 nazioni, con percorsi prevalentemente pianeggianti che conducono tra paesaggi suggestivi lungo tre grandi fiumi europei: la Loira, il Reno e il Danubio.
Il progetto EuroVelo, una rete di piste ciclabili, percorsi protetti e ben pianificati che si estende su tutto il continente, da Lisbona a Mosca, da Capo Nord a Malta, dalla Scozia a Cipro, dall’Atlantico al Mar Nero
In Italia passano tre strade: la numero 5 “Via Romeo Francigena”, la numero 7 “Via del Sole”, e la già citata “Mediterranea”. La prima è un percorso già noto agli escursionisti e ai camminatori che da secoli la calcano lungo le vie dei pellegrinaggi: da Londra a Roma, e fino alla Puglia, passando per Francia, Belgio e Svizzera. La seconda parte da Capo Nord, attraversa Norvegia, Svezia, Danimarca, l’Europa centrale passando per Berlino, Praga, l’Austria e il nord Italia; incrocia poi la numero 5 a Roma e prosegue in Campania, Calabria e Sicilia per terminare a Malta. Purtroppo entrambe queste direttrici italiane presentano ancora troppi tratti “not released” (secondo la definizione ufficiale), ovvero con tratti non segnalati o ancora pericolosamente condivisi con il traffico a motore. Inoltre, sulle mappe delle due route, figurano ancora diversi tratti solo “planned”, ovvero esistenti unicamente sulla carta: “puramente ipotetici” come vengono laconicamente definiti.