Il Monster ha 25 anni e Ducati lo festeggia con una nuova incarnazione del suo mito: come un mostro di Frankestein che si rinnova ogni volta col passaggio dalle pagine di un libro alla pellicola di un film, con l’interpretazione di un nuovo attore, con la sceneggiatura di un nuovo regista.
Mostro inteso come meraviglia (il “monstrum” latino”) e non certo come orrore: “l’è un monster” pare abbia esclamato qualcuno in dialetto emiliano-romagnolo nella fabbrica di Borgo Panigale alla vista del prototipo, all’inizio degli anni ’90; battezzando così per i successivi 25 anni questo modello ormai storico. Infatti, se per un uomo 25 anni sono la giovinezza e l’affaccio all’età adulta, per una moto sono la consacrazione, il riconoscimento della storia, la consapevolezza di aver conquistato un piedistallo nel “museo delle due ruote”.
Mostro inteso come meraviglia (il “monstrum” latino”) e non certo come orrore: “l’è un monster” pare abbia esclamato qualcuno in dialetto emiliano-romagnolo nella fabbrica di Borgo Panigale alla vista del prototipo
Equilibrio. È la parola chiave scelta da Ducati per il lancio di questo nuovo mostro: “la versione più equilibrata della gamma”. Una gamma che attualmente va dalla “piccola” Monster 797, alla massiccia 1200R da 152 CV. L’equilibrio è anche il motto dei nostri tempi, per le due ruote (ma anche per le quattro); un’epoca in cui dominano le soluzioni “crossover”, che ballano sul filo tra prestazioni e sicurezza, comfort e design, utilizzo urbano ed evasioni sulle statali; istinto di piegare in curva e l’esigenza di due borse laterali per riporre il portatile e la giacca per l’ufficio.
Ducati insegue questo equilibrio snellendo le forme dell’821 (rispetto alla versione precedente, più muscolosa): il serbatoio è più stretto e il nuovo codino si ispira all’originale di un quarto di secolo fa. Resta anche, ovviamente, la natura naked: quell’intuizione di togliere la carena a una moto essenzialmente sportiva che ha definito un’intera categoria di mezzi a due ruote a partire da quel lontano Salone di Colonia del 1992, quando il primo Monster… si mostrò al mondo.
Per il debutto in società, che avverrà in diretta streaming il 5 novembre, il marchio ha scelto di colorare serbatoio, sella e parafango di “Giallo Ducati”, ma in listino ci sono anche il distintivo rosso e il classico nero. Racchiuso nell’altrettanto classico telaio a traliccio c’è un motore bicilindrico Testastretta, ovviamente a distribuzione desmodromica, raffreddato a liquido, che sviluppa 109 CV con una coppia di 86 Nm a 7.750 rpm. Cambiano lo scarico, ora più sportivo, e il faro anteriore.
Ducati insegue questo equilibrio snellendo le forme dell’821 (rispetto alla versione precedente, più muscolosa): il serbatoio è più stretto e il nuovo codino si ispira all’originale di un quarto di secolo fa
Sul fronte della guidabilità si segnala la novità, per questo segmento di media cilindrata, del cambio Ducati Quick Shift up/down: ovvero la possibilità (montando questo accessorio) di cambiare marcia senza azionare la leva di sinistra ma agendo solo con il piede, sia in salita che in scalata di marcia. All’ABS, ormai obbligatorio per tutti, il Monster 821 affianca il Ducati Traction Control e tre modalità di erogazione della potenza da selezionare a seconda del tipo di guida preferito o più adeguato alle condizioni del traffico e del meteo. I freni anteriori sono due dischi Brembo da 320mm.
Ducati ha annunciato da tempo l’uscita di cinque nuove versioni dei suoi modelli di punta per il 2018. Il Monster 821 è il primo ad essere svelato. Il resto si vedrà nell’evento del 5 novembre, e soprattutto all’EICMA di Milano, il più importante salone di motociclismo al mondo che aprirà i battenti il 7 novembre per gli addetti ai lavori e il 9 per il pubblico.
Il momento è ottimale per la marca bolognese: da alcuni anni i fatturati sono ricchi e le vendite in aumento; il progetto Scrambler ha avuto discreto successo; e soprattutto il team sportivo primeggia nella MotoGP, per di più con un alfiere italiano in sella, Andrea Dovizioso, che duella con i colossi giapponesi Suzuki, Yamaha e Honda; case che hanno numeri decine di volte superiori alla fabbrica emiliana. Mostruosa Ducati!
Photo Credits: Ducati Press
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