Hurry Magazine - Auto Nuove e Usate

Va dove ti porta il software

Aprire l’App e cliccare sul taxi più vicino è già passato remoto. Dagli Usa arriva l’eco di nuove, incredibili, prossime conquiste. Non l’auto che guida da sola, attraverso computer e telecamere, storia già vecchia, ma questa volta il servizio taxi senza autista. Chiami Uber e si presenta alla porta la limousine scura che accosta silenziosa al marciapiede e apre in automatico lo sportello. “Prego si accomodi”, recita gentile una voce registrata. “Dove andiamo?”. Ed ecco l’auto che si muove da sola nel traffico sicura tra le altre auto, rispettosa dei semafori e della segnaletica, mentre noi ci tuffiamo nella lettura del giornale. Senza apprensione. Fa tutto l’auto senza autista.
Succederà molto presto anche in Italia. In America – rivela l’agenza Reuters -infatti e’ gia’ in fase di avanzata sperimentazione questa ennesima rivoluzione tecnologica.

“Prego si accomodi”, recita gentile una voce registrata. “Dove andiamo?” Ed ecco l’auto che si muove da sola nel traffico sicura tra le altre auto, rispettosa dei semafori e della segnaletica, mentre noi ci tuffiamo nella lettura del giornale.

I cittadini di Pittsburgh da qualche giorno hanno trovato una sorpresa in strada: recarsi in ufficio, dal dentista, o in qualsiasi altro punto della città attraverso una “self-driving car” di Uber.  Il servizio di ride-sharing ha attivato la sua flotta di auto a guida autonoma in via sperimentale nella cittadina della Pennsylvania. E l’operazione è molto importante, perchè quello che i cittadini sperimentano in questi giorni con Uber, è il primo test aperto aperto al pubblico dove si utilizza la tecnologia del futuro. Nulla a che vedere quindi con i sistemi radar in uso in qualche auto oggi, che intervengono magari quando l’auto davanti a te frena e c’è il rischio di una collisione, e nulla a che vedere, anche, con la guida assistita, già presente nelle modernissime ed ecologiche auto Tesla.

Ovviamente finchè dura la sperimentazione, le Uber “robotizzate” non sono lasciate sole nel traffico con l’intelligenza artificiale. Quando il cliente noleggia la vettura che lo accompagnerà lungo il tragitto troverà seduti nei sedili anteriori due figure, un autista e un tecnico, che avranno il compito di vigilare sulla correttezza delle manovre che farà l’auto da sola, e interverranno nel caso in cui l’algoritmo, davanti a una situazione non sperimentata o non programmata, non saprà come cavarsela. E, forse, gli assistenti umani del Robot hanno anche il compito di evitare qualche impropero dagli altri automobilisti.

Le Ford Fusion della flotta Uber gia’ attrezzata (a cui verranno aggiunti presto anche altri veicoli Volvo) dispongono di videocamere tridimensionali, GPS e sistemi di monitoraggio al laser (Lidar) per rilevare i vari oggetti sul percorso.

I veicoli sono programmati per compiere molte azioni. Possono fermarsi per esempio ai semafori rossi, ripartire quando scatta il verde, superare alcuni tipi di ostacoli e destreggiarsi nel traffico cittadino. Il tutto senza la necessità che nessuno tocchi i comandi a bordo, almeno nelle situazioni studiate e programmate (scoprire come si comportano negli imprevisti sara’ oggetto del test).

“Se Uber riuscisse a portare avanti il progetto sarebbe meraviglioso per il nostro pianeta”, ha dichiarato Andrew Moore della Carnegie Mellon University. “Perché vedremo un mondo molto più sicuro e molto più efficiente in cui avremo bisogno di utilizzare meno energia per portare a spasso la gente”.

La societa’ Uber, che oggi ha un valore che si aggira intorno ai 70 miliardi di dollari, è stata fra le prime a percepire le grandissime possibilità offerte dalla tecnologia anche nell’ambito della guida autonoma ed è la prima a realizzare un programma di test aperto al pubblico. Uber ha aperto nel 2015 nella stessa Pittsburgh l’Advanced Technologies Center, assumendo 40 esperti e ricercatori dalla Carnegie Mellon University e imbastendo un accordo di collaborazione con Volvo.

Nel mercato delle auto a guida autonoma sono presenti in campo oltre alla agguerrita Alphabet (Google), una delle pioniere di queste automobili, quasi tutti i più grossi nomi del settore automotive. Nel settore dei servizi Uber ha tuttavia un vantaggio non indifferente, quello di avere avviato una sperimentazione già aperta al pubblico. Se tutto va bene e i test danno i risultati sperati, questa tecnologia sarà matura nell’arco dei prossimi dieci anni.

Le prove sul campo hanno evidenziato infatti alcuni difetti: le auto sono infatti particolarmente lente e in alcune occasioni l’autista ha dovuto prendere il controllo, secondo quanto riportano alcune fonti. Quello di Uber è comunque un primo passo – sottolinea la Reuters -e l’apertura al pubblico della guida autonoma rappresenta certamente una tappa importante per l’evoluzione della tecnologia: “Se Uber riuscisse a portare avanti il progetto sarebbe meraviglioso per il nostro pianeta”, ha dichiarato Andrew Moore della Carnegie Mellon University, “perché vedremo un mondo molto più sicuro e molto più efficiente in cui avremo bisogno di utilizzare meno energia per portare a spasso la gente”.

Va dove ti porta il software was last modified: ottobre 12th, 2019 by