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È Uber, non è Tinder

Uber rivede la sua policy, per evitare flirt nelle sue auto

Il crescente successo del fenomeno sharing economy, nelle sue varie declinazioni, non è dovuto solo ai benefici economici che queste piattaforme portano nelle tasche degli utenti, ma anche alla possibilità che offrono alle persone di fare nuove conoscenze. Basti pensare al caso di Airbnb che, proprio per mettere maggiormente in evidenza la sua mission originaria orientata alla socializzazione, ha da poco lanciato un nuovo servizio che permette alle persone di offrire “esperienze” di vario tipo in aggiunta all’alloggio.

In alcuni casi, però, questa componente può assumere connotazioni pericolose a tal punto da spingere alcune piattaforme a prendere provvedimenti. È il caso di Uber, la popolare applicazione di ridesharing, che si è vista costretta a rivedere le proprie policy per evitare possibili “flirt” all’interno delle proprie vetture. Le nuove guidelines fanno riferimento in maniera piuttosto esplicita a questa problematica chiedendo ai guidatori di non commentare l’aspetto fisico dei propri passeggeri o di fare domande sul loro stato sentimentale. E comunque vietando in maniera assoluta qualsiasi rapporto fisico all’interno delle vetture Uber. Una regola che nasce da alcuni casi segnalati negli USA e in particolare dalla denuncia sollevata da una giornalista del Boston.com che si è ritrovata “sequestrata” dentro l’auto di un guidatore Uber che aveva atteggiamenti non proprio da gentleman.

Le nuove guidelines fanno riferimento in maniera piuttosto esplicita a questa problematica, chiedendo ai guidatori di non commentare l’aspetto fisico dei propri passeggeri o di fare domande sul loro stato sentimentale

Sicuramente si tratta una questione spinosa dai confini labili e non facile da regolamentare. La misura quindi da un lato rischia di non essere efficace, dall’altro di esserlo in maniera esagerata, eliminando ogni tipo di dialogo e socializzazione all’interno delle vetture. Quella di far viaggiare le donne in sicurezza, è, però, una priorità di diversi servizi di smart mobility, come dimostra il caso Share’n go che offre corse gratuite per tutte le donne dopo l’1 di notte.
Perché una cosa è muoversi, un’altra è trovare l’anima gemella. E anche per quello c’è un’app dedicata.

È Uber, non è Tinder was last modified: dicembre 23rd, 2016 by