Il 28 settembre è il giorno fissato dal governo per l’accesso agli incentivi sulle auto usate. Dalle ore 10 sarà possibile accedere ai fondi previsti non solo per rilanciare il mercato dell’auto, inevitabilmente fiaccato dalla crisi pandemica che si è abbattuta non solo sul settore ma su tutto il mondo industriale, ma anche per svecchiare un parco auto tra i più vetusti al mondo. L’Italia, infatti, è decisamente indietro da questo punto di vista.
Le ragioni degli incentivi sulle auto usate
La misura vuole venire incontro a quella platea di acquirenti che non ha avuto accesso agli incentivi legati ai veicoli più costosi. Le automobili di seconda mano sono ormai sempre più gettonate: un investimento più basso rispetto ai modelli nuovi non comporta necessariamente la rinuncia all’affidabilità, specialmente quando si riesce ad acquistare un’auto con un percorso di controlli ben tracciato e con pochi chilometri. Il governo ha messo a disposizione 40 milioni di euro.
I criteri degli incentivi sulle auto usate
Si potrà accedere ai nuovi incentivi per acquistare un modello “a basse emissioni e non inferiore alla classe Euro 6”. Gestire l’agevolazione spetterà direttamente ai concessionari, che dovranno accedere alla piattaforma predisposta per lo scopo e inserire le caratteristiche dei veicolo. La cifra dell’incentivo varia i base alle emissioni del veicolo:
2.000 euro per 0-60 g/CO2;
1.000 euro per 61-90 g/CO2;
750 euro per 91-160 g/CO2.
Si deve inoltre rottamare un veicolo usato, che deve essere della stessa categoria di quello che si vuole acquistare e deve essere stato immatricolato almeno dieci anni prima, nonché intestato da almeno 12 mesi all’acquirente (o a un familiare convivente). L’auto acquistata, invece, dovrà avere una quotazione media di mercato non sopra i 25.000 euro e un’emissione non superiore ai 160 grammi per km di CO2.