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Catania Capitale del chip per auto elettriche

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Ridurre la dipendenza dai Paesi extraeuropei

Da tempo le nazioni del Vecchio Continente puntano a ridurre la dipendenza dai Paesi extraeuropei per l’approvvigionamento di materie prime critiche, quelle considerate ad alto rischio di fornitura. Più facile da dirsi che da farsi, ma qualcosa si sta muovendo. La questione ha un valore strategico facilmente comprensibile per la competitività dell’industria automotive e in generale per la continuità produttiva dell’industria 4.0 visto che incide sulla potenzialità del mercato e sulla salvaguardia delle filiere da futuri shock, come dimostrato già durante la pandemia.

La nuova fabbrica di STMicroelectronics a Catania

Alla crisi dei chip l’Italia potrà fornire una risposta concreta con la nuova fabbrica di STMicroelectronics a Catania, città che ora ha il potenziale per diventare una sorta di capitale europea delle produzioni microelettroniche. L’impianto avrà come obiettivo quello di “supportare la domanda crescente di dispositivi per applicazioni automotive e industriali da parte dei clienti che mirano a realizzare la transizione verso l’elettrificazione e richiedono maggiore efficienza”. A Catania – che già ospita il più grande centro di R&S e produzione per i dispositivi SiC, ovvero in carburo di silicio – verranno prodotti wafer di carburo di silicio (Sic), una componente dei microprocessori per le vetture elettriche e le colonnine di ricarica. Anzi più nel dettaglio ed entrando più nel tecnico quella siciliana sarà la prima linea di produzione integrata di wafer epitassiali di carburo di silicio da 150 mm su scala industriale mai realizzata in Europa. In pratica si tratta di componenti chiave per alimentatori, inverter per eolico e solare, motori industriali, veicoli ibridi ed elettrici di nuova generazione.

Per questo progetto c’è già il via libera della Commissione europea alla sovvenzione dello Stato italiano da 292,5 milioni di euro (messi a disposizione attraverso i fondi per il PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza), che sosterrà l’investimento totale di 730 milioni in un arco di cinque anni previsto dall’azienda italo-francese di semiconduttori, azienda nata nel 1987 dalla fusione della francese Thomson Semiconducteurs e dell’italiana SGS Microelettronica.

Un polo di eccellenza che darà lavoro a 700 persone

Lo stabilimento di wafer di carburo di silicio (SiC) di Catania – un polo di eccellenza che darà lavoro a 700 persone – entrerà in funzione nel 2023 (esiste già una sede ST in loco che opera da tempo) e sarà ultimato nel 2026. Decisiva per la scelta la cessione del terreno avvenuta per bando pubblico in appena 41 giorni, un fattore che ha consentito di vincere la concorrenza di altri è possibili location per insediamenti produttivi come Parigi, Milano e Singapore. Lo stabilimento si occuperà di tutta la catena del valore del substrato di carburo di silicio, partendo dalla produzione della polvere di SiC sino alla fabbricazione dei wafer e, tramite ulteriore processo, degli epiwafer in carburo di silicio.

Con l’aiuto di 292,5 milioni di euro ricevuto dall’Italia, STMicroelectronics si impegna a dare priorità agli ordini UE in caso di difficoltà nell’approvvigionamento; investire sui microchip di prossima generazione e rafforzare l’ecosistema europeo dei semiconduttori. L’impianto avrà dunque un ruolo importante nell’ accelerare la transizione verde e digitale, ma avrà un valore strategico per l’intero continente, con forti ricadute sul tessuto socio-economico del Paese e in particolare della regione Sicilia.

Catania Capitale del chip per auto elettriche was last modified: novembre 7th, 2022 by