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Le macchine di George Best

Precisamente 11 anni fa, George Best, mito del calcio e icona degli anni ’60, ci lasciava esortando i giovani a “non morire come lui”. Perché se Best in campo era semplicemente imprendibile per qualsiasi difensore, la vita al di fuori del calcio corse più veloce di lui che, travolto dalla fama e segnato dagli eccessi, non riuscì mai a tenerne il passo.

Il ragazzo di Belfast non fu soltanto il genio osannato dai tifosi del Manchester United, fu il primo calciatore della storia ad entrare prepotentemente nello star system dell’epoca grazie al suo modo di fare, anticipando di oltre vent’anni la figura del calciatore come la conosciamo oggi. Per certi versi si potrebbe tranquillamente affermare che Best ha reso popolare il mestiere che praticava.

Tra le sue passioni al di fuori del rettangolo verde c’erano le auto, e mentre i calciatori normali sognavano una Ford Capri, lui esagerava. Un’ossessione compulsiva che lo portò a riempire il suo garage dei modelli più in auge in quegli anni. Tra queste, una Jaguar E-type nera, finita recentemente all’asta in favore di un progetto benefico, che ha raggiunto la cifra record di 8,8 milioni di Sterline, ritenuta la somma benefica più imponente ricavata dalla vendita di una vettura. La collezione è arricchita da una Lotus Europa, una Ferrari, una Mini e dalla sontuosa Mercedes W112, acquistata alla fine della carriera. In un parco auto del genere non poteva mancare infine la mitica Rolls-Royce Silver Ghost, considerata l’autovettura più costosa a livello mondiale, è infatti assicurata per non meno di 35 milioni di dollari.

Un’ossessione compulsiva che lo portò a riempire il suo garage dei modelli più in auge in quegli anni.

L’altra grande passione di George Best erano le donne. Il suo innegabile fascino ebbe un impatto del tutto inaspettato sulla sfera femminile alla fine degli anni ’60. Un dongiovannismo indigesto a molti uomini, tanto che, leggenda narra, una volta importunò (decisamente ricambiato) la moglie dell’avvocato che l’aveva tenuto fuori di galera. Quest’ultimo diede incarico ad un killer di spaccargli le gambe con una mazza da baseball. Il killer era pronto, poi, una volta vista la foto della vittima, disse: “Devo spaccarle a questo?”, “No. Io non tocco le gambe di George Best.”

Tante sono le storie, le leggende sull’immenso campione che fece sognare Old Trafford, alcune chissà quanto vere, ma probabilmente verosimili, visto com’era fatto. George Best, ai giorni nostri, risulterebbe moderno: per il suo stile, per il magnetismo del personaggio. Oggi è leggenda: la leggenda del numero 7 che col pallone faceva quello che voleva, ma anche del gran viveur, che “spese gran parte dei suoi soldi per alcool, donne e macchine veloci, e il resto lo sperperò”.

Le macchine di George Best was last modified: dicembre 2nd, 2016 by